Se Natale non ti piace festeggia il 23 dicembre

Tutti zitti perché sta per arrivare il periodo più bello (o più brutto) dell’anno. È ormai iniziato il conto alla rovescia verso Natale che porta con sé diversi altri giorni di festa, a partire dalla Vigilia. Che è poi il momento più importante di questa divertentissima (o scocciantissima) maratona di amici, parenti, mangiate, spumante, panettone, pandoro, lustrini e lucine che ormai vanno di moda.

La Vigilia è sempre il meglio perché è come la vita: ti aspetti chissà cosa, poi ci sei dentro e ti accorgi che sono più le delusioni delle soddisfazioni. Sarà perché veniamo da una formazione cattolica che ci ha inculcato in testa sin da bambini che siamo «esuli figli di Eva, gementi e piangenti in questa valle di lacrime», ma spesso siamo capaci di assaporare solo il gusto amaro delle cose. Allora ci rifugiamo nell’illusione che tutto migliori e quindi ci piace di più l’attesa del traguardo raggiunto. Così pure nell’amore, viviamo il periodo più intenso proprio nei tormenti del piacere al nostro amato. Poi quando lo conquistiamo già non ci interessa più. Siamo presi dalla (o dallo) Sturm und Drang che ci divora ogni cellula finché non raggiungiamo il nostro obiettivo. È una sensazione bella e brutta allo stesso tempo, ma breve e fugace. Sparisce in fretta perché veniamo divorati dalla sindrome del: «Tutto qui?».

Sarà che viviamo in un’epoca sazia, anzi ingorda. Probabilmente questo ci annebbia non solo la pancia, anche il cervello. Ma non è una critica. Non si tratta di un giudizio morale, solo di una piccola constatazione. È molto più potente l’attesa della conquista. Non è che l’abbiamo inventato noi, d’altronde. Lo spiegava molto bene il poeta Giacomo Leopardi nella poesia “Il sabato del villaggio” e l’hanno analizzato con dovizia di particolari valanghe di filosofi e di scrittori di tutte le epoche. Per questo godiamoci l’attesa dell’attesa, cioè questi giorni che portano alla Vigilia di Natale. Proviamo a pensare che quest’anno potrebbe essere tutto diverso. Che non si trasformerà tutto in quella noia che aveva cantato Franco Califano in un suo famoso album. Insomma, teniamoci stretta almeno la Vigilia con tutto il suo carico di bellezza ma anche di fatica perché bisogna comprare gli ultimi regali, fare visita agli amici per portare loro almeno un pensierino, organizzare la cena con i parenti e, magari, aggiungerci anche la messa di Mezzanotte. Un bel tour de force che finisce per farci dimenticare che quel giorno avrebbe potuto essere – considerati i presupposti di cui si diceva poco sopra – il più bello dell’anno.

Una scappatoia, però, potremmo trovarla. Godiamoci la vigilia della vigilia cioè il 23 dicembre. Quest’anno cade di sabato. Quindi potrebbe essere il giorno giusto per fare pace con noi e con il mondo. Per un giorno solo, però.