Il lato oscuro della Luna ce lo spiegano i Pink Floyd

C’era una volta Frate Indovino.

E c’è ancora. Ma forse ha perso quell’importanza che aveva per i nostri nonni e per i nostri zii. Lo consultavano spesso.

Era una specie di bibbia per chi aveva l’orto. Ci azzeccava sulle previsioni del tempo anche se erano fatte con nettissimo anticipo. Ma, soprattutto, mostrava le fasi lunari. Per qualsiasi attività collegata alla natura era opportuno attenersi alle sue regole.

Non esisteva Internet. E Google faceva parte di uno di quei sogni ricorrenti degli uomini che, proiettati nella realtà, sarebbero in seguito diventati incubi. Quindi era meglio affidarsi a Frate Indovino, ai suoi preziosi consigli e ai cicli della natura. Le fasi erano ben definite, non regnava la confusione, non c’erano punti di vista diversi che si scontravano. Se la terra andava zappata in un determinato periodo, per gettare i semi bisognava attendere un altro momento dell’anno. Era sempre la Luna a decidere per noi. Ogni contadino si sentiva protetto dentro questo schema fisso.
Sapeva che avrebbe avuto più garanzie di successo, rispettando tempi e modalità dettate dal satellite più importante della Terra.

Ciò non significava, però, mettersi del tutto al riparo dagli imprevisti.
Purtroppo non era possibile sapere con precisione l’arrivo di un’acquazzone o i lunghi periodi di siccità. Ma almeno si poteva avere un’attendibile base di riferimento che ci convinceva di essere guidati e, nello stesso tempo, padroni della natura.
Ora questo tempo è passato.
Siamo circondati da mezzi tecnologici che ci permettono di sapere tutto in anticipo, con molta più precisione di Frate Indovino e con la presunzione di capirne di più della Luna che sta lì in cielo e ci guarda come se fosse sempre assente. Invece sono in aumento le persone che, tornando all’antico, hanno cambiato visuale rispetto all’approccio iper-tecnologico verso la realtà. Provano a rispettare i ritmi della natura.

Non è un mistero che la cultura del green e della sostenibilità stia prendendo il sopravvento. E un motivo ci sarà. Seguire i ritmi della luna significa ascoltare i tempi del nostro corpo, rispettandolo.
Aumentare la velocità spesso non serve a nulla,
se non a farci perdere ulteriore tempo per tornare indietro a recuperare ciò che abbiamo lasciato.
Non ce lo insegna solo Frate Indovino ma pure una delle band più famose al mondo. I Pink Floyd chiamavano in causa il sole e non la luna per spiegare in Time che «the sun is the same in a relative way but you’re older». In una frase ci davano la spiegazione della nostra nullità (l’invecchiamento) di fronte all’infinito. Il tutto in un album (uno tra i più venduti nella storia dei dischi) che ha un nome-simbolo:
The Dark Side of the Moon. Per uscire dalla trappola del tempo, insomma, dobbiamo conoscere il lato oscuro della luna (rieccola).

Ma questo potremo sperimentarlo si spera il più tardi possibile.