L’importanza di mantenerci sempre dei romantici

La religione ma soprattutto la sapienza degli antichi ci insegnano che il male esiste dentro la confusione dei linguaggi. Non bisogna essere degli esperti né di teologia, né di filosofia, per rendersi conto che questa considerazione vale al giorno d’oggi come oro colato di fronte all’intersecarsi e all’incartarsi delle nostre parole che si diffondono come «tromba di guerra e di rivolta» (così definiva Thomas Hobbes il modello di comunicazione umano) nel meccanismo amplificato del mondo digitale. Una sensazione di spaesamento prende chi non riesce a maneggiare il nuovo universo tecnologico e finisce per rimanere triturato dentro questa moderna Torre di Babele in cui la vanità prende il sopravvento rispetto alla conoscenza.

Cosa vogliamo salvare, allora? Beh, la risposta è sempre la stessa. Per mantenere vivo quel punto bianco che tutti abbiamo nel cuore, quell’inesauribile carburante che lo scrittore afgano Farhad Bitani ha conservato come un gioiello prezioso di fronte alle brutture del regime talebano, dobbiamo credere nell’amore, in quel sentimento che ci rende simili a Dio, quel moto dell’anima che Platone ha riassunto nell’unione dell’eterno diviso, nella capacità di sognare e di progettare qualcosa di infinito pur essendo noi costretti a vivere dentro una struttura finita, visto che il nostro corpo un bel giorno ci lascerà. Sarebbe bello che fosse così. Peccato che anche l’amore, di questi tempi, non vada di moda. Soffre la crisi del mondo moderno per un motivo evidente: l’amore è semplice (o si prova o non si prova) e fa fatica a convivere dentro una realtà complessa come la nostra.

Lo si diceva all’inizio, la confusione dei linguaggi ha creato l’incomunicabilità, l’incapacità di aprire gli occhi di fronte alle cose belle, l’impossibilità di lasciarsi contagiare da cuore e passione. Abbiamo sempre un retropensiero che ci frena e ci impedisce di gustare quello che la vita ci offre. Ma ora c’è una soluzione. Armiamoci di un po’ di ironia e, in questi giorni che ci avvicinano al santo degli innamorati (San Valentino), lasciamoci guidare dal Love Coach. Si chiama proprio così quel professionista in grado di guarire le ferite d’amore e di instradarci verso il soddisfacimento del nostro sentimento verso l’amato o verso l’amata. Ci penserà lui a spiegarci come raggiungere l’obiettivo. E qui, permettetecelo, ci viene da ridere, perché abbiamo detto all’inizio che l’origine della nostra rovina sta nel complicare le cose semplici. Ecco, rivolgersi a un esperto per realizzare i sogni d’amore ci pare come una contraddizione rispetto alla naturalezza di questo sentimento. Ma forse la pensiamo così solo perché abbiamo un difetto che questa società sta pian piano eliminando. Siamo romantici, e che ci possiamo fare?