La natura ci aiuta ad essere uomini e donne non artefatti
Viva la natura, abbasso l’uomo che tutto distrugge solo per il proprio tornaconto. Non è questo uno slogan coniato da Greta Thunberg, l’ambientalista di cui si sente parlare sempre meno dopo gli scioperi a tappeto che l’hanno resa famosa per la difesa del pianeta, ma un pensiero ricorrente quando si ha finalmente il tempo di concedersi una rilassante vacanza in luoghi fuori dal mondo. Non c’è bisogno di avventurarsi in soggiorni extra Oceano, a volte basta poco. Vi sembrerò banale ma è sufficiente spingersi in Valganna, oppure in Valcuvia (sperando di non imbattersi in qualche spacciatore, dei quali abbiamo dato conto qualche giorno fa nell’inchiesta di Prealpina) o ancora trascorrere un sabato pomeriggio sul lago di Ghirla o in qualche altra oasi naturale del circondario per rendersi conto che si sta proprio bene immersi nella natura. E allora perché continuiamo ad abitare in caotiche e inquinate città? Beh, ce lo chiediamo da tempo. Tanto più se siamo italiani e viviamo in una terra che riserva straordinari paradisi a chi li vuole amare e gustare fino in fondo.
A me che sono nato a Busto Arsizio e abito a Castellanza il destino non ha riservato una sorte particolarmente benevola. Ma ho la fortuna di abitare in un luogo che mi permette di essere al centro del mondo (più o meno) spostandomi su Milano o scegliendo di andare all’aeroporto di Malpensa per volare verso mete intercontinentali, ma pure di isolarmi nella natura semplicemente spingendomi verso i laghi o nelle valli di cui si diceva poco sopra. In fondo, quindi, sono fortunato. L’importante è misurarsi con la realtà sempre con lo spirito giusto. E tuffarsi nella natura è uno dei modi più appropriati per dare manifestazione a un bisogno atavico dell’uomo che è quello di ritrovare se stesso stando nel proprio habitat. Partendo da questi presupposti si capisce il successo di iniziative che mettono la natura al centro, per esempio con una mostra fotografica che restituisce il vero valore di un elemento che ci attrae anche se non sempre riusciamo ad avere il giusto rispetto. Riscoprire la wild life è però un mezzo per comprendere meglio chi siamo e dove vogliamo abitare.
Al di là di qualsiasi logica precostituita e al di sopra di quella retorica ambientalista che spesso finisce per non riuscire a difendere ciò che vorrebbe tutelare, esiste l’istintivo bisogno di andare verso ciò che è primordiale, non è contraffatto dall’opera dell’uomo e ci aiuta a riscoprire il nostro essere e le nostre radici. Non è male come obiettivo. Si può cominciare da una mostra fotografica per iniziare un percorso che ci porterà verso la natura. Cioè verso noi stessi e il nostro essere uomini e donne non artefatti. Più veri.