Ecco un piccolo dono di fine d’anno, giusto un presentino, che magari può avere qualche utilità. Ho trovato casualmente un manuale minuscolo, stampato in una sola copia. Senza titolo, contiene alcuni consigli, chiamiamoli di bricolage intellettuale, e risale a chissà quando ed è stato scritto da chissà chi. Ve lo propongo come pensierino per i giorni più bui che precedono quelli più luminosi in arrivo, come ogni anno accade da un’eternità. “Capitolo I (Dai diritti ai doveri): i diritti sono una cosa magnifica, da conquistare e difendere. Ma non dipendono solo da noi. I doveri invece possiamo imporceli, ed è una gran bella cosa. Non c’è difatti miglior libertà di quella che si ottiene fissando per noi stessi regole da rispettare e confini da non valicare. Chi decide di restaurare il suo modo di stare nel mondo parta da qui. Capitolo II (L’onestà non è un furto): essere onesti con se stessi e con gli altri non significa perdere delle occasioni come troppi pensano. La furbizia e la slealtà premiano nell’immediato ma poi presentano il conto. Quello che rubi ti sarà rubato, è destino. Capitolo III (La cortesia, un lusso abbordabile): ci sono cose che, per quanto la fortuna ci assista, mai potremo comperare o possedere. Ma la cortesia, la disposizione d’animo che eleva dalla massa belluina, se la può permettere chiunque. Anzi, perfino un guerriero è tale solo se sa coniugare al valore, al coraggio e alla forza, questa splendida virtù che richiede intelligenza e carattere. In tempi difficili la cortesia dovrebbe essere imposta per decreto, se ci fosse una autorità moralmente capace di emanarlo. Capitolo IV (La giusta distanza): non è un consiglio medico-sanitario o tattico, per quanto sia in molti casi salvifico. Si tratta di non prendere troppo sul serio la propria persona tanto da imporla ovunque e comunque: nel parlare, nello scrivere, nel presenzialismo spasmodico e invadente. Se servo ci sono, altrimenti resto nel mio: è un comportamento che vi porterà molti estimatori. Capitolo V (Vincere, non stravincere): sapersi fermare quando hai ottenuto quel che volevi è arte sopraffina. I fessi invece ritengono che sia opportuno calpestare il vinto. Un errore terribile. Certo la magnanimità può anche costare ma, in qualche modo, avvicina gli esseri umani agli dei. Capitolo VI (Dell’uso di lenti): quelle proprio servirebbero a molti, perché non tutti sono stati dotati dalla natura della giusta capacità di messa a fuoco. Qualcuno tende a minimizzare, altri ad ingigantire qualsiasi cosa venga raggiunta dal loro sguardo. Serve imparare ad utilizzare le lenti giuste per inquadrare cose, persone ed avvenimenti. Un esercizio davvero utile. Capitolo VII (Saper perdere): saper vincere è un’arte e un dono, saper perdere è una magia. Ho visto grandi persone perdere volutamente, senza che trasparisse e senza farlo pesare, per aiutare chi aveva bisogno di conforto o di sostegno materiale. Qualche Dio, da qualche parte, ne terrà senz’altro conto”. Il manualetto si conclude così. Buon Natale!

 

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