Per essere felici la vita è fatta soprattutto di illusioni

Lo sapevate che il mercato dei prodotti per la longevità è uno dei più fiorenti in quest’inverno demografico che ci avvolge e ci preoccupa? Sempre più persone vanno a caccia del rimedio che sia in grado di allungare la loro vita. Il marketing fa il resto. Così ci illudiamo di vivere qualche giorno/settimana/mese/anno in più.
Gli antichi la pensavano in maniera un po’ diversa. Credevano nel fato ineluttabile, dominato dalle tre Parche che avevano il compito di tessere il filo, di svolgerlo e, infine, di reciderlo segnando la morte. Da lì non si scappava. Ma ora siamo convinti di essere noi i depositari della verità e i padroni assoluti della nostra esistenza. Un integratore – dunque – può essere l’ideale per tenerci alla larga dagli spettri di una condizione che non conosciamo (quella del dopo morte) e della quale, per ora, facciamo volentieri a meno.
Nonostante queste premesse gli integratori per la longevità – in verità – sono stati oggetto di ricerca fin dai tempi antichi. Dalla medicina greca a quella cinese, filosofi e scienziati cercavano ogni mezzo per prolungare la vita. Oggi, in un mondo pieno di progressi tecnologici e di scoperte mediche, tali prodotti rimangono una scelta popolare per le persone che desiderano migliorare la propria aspettativa di vita e di salute. Questo ci fa riflettere sulla necessità di ognuno di noi di spostare più in là possibile nel tempo l’invecchiamento e il decadimento fisico. D’altronde viviamo immersi in una società che predica la bellezza e la salute. Difficile remare contro. Naturale, anzi umano, cercare qualsiasi rimedio in grado di allungare la vita, anche se il tema dovrebbe essere un altro, cioè quello di migliorare la qualità del nostro tempo non solo di aumentarlo in quantità. Se viviamo in una condizione perenne di infelicità, gli integratori serviranno a poco perché i pensieri negativi saranno il più pesante ostacolo alla nostra longevità. Le energie mentali e psicologiche sono fondamentali per combattere a viso aperto contro il decadimento. Se vengono meno, si fanno passi indietro. La felicità, dunque, è un meccanismo di interscambio tra soggetto e ambiente, in cui gioca un ruolo fondamentale il nostro approccio, al di là degli integratori che assumiamo.
Al centro dell’attenzione, dunque, non deve finire il semplice progredire del nostro tempo affinché duri il più possibile ma soprattutto la nostra ricetta per affrontare al meglio i giorni, i mesi o gli anni (non lo sappiamo) che ancora ci rimangono da vivere. Facciamo questo ragionamento appena ci svegliamo? Di solito no. Magari, però, corriamo a prendere l’integratore. D’altronde la vita – per essere felici – è fatta soprattutto di illusioni.