Uno dei temi principali che animeranno il dibattito dei prossimi anni è quello della riappropriazione del proprio tempo. La pandemia ci ha costretto a lavorare in smart working e ad avere rapporti on line piuttosto che diretti. L’isolamento per il Covid ha messo in discussione le nostre certezze sul mondo globalizzato e ci ha insegnato a guardare sempre più all’interno di un io che, fino a quel momento, avevamo perduto, travolti da una miriade di impegni seri o banali. Ora è difficile tornare all’ante-covid. È cambiato il mondo. Ed è mutato soprattutto il rapporto con noi stessi e con gli altri, anche se ci illudiamo che noi siamo sempre noi e che l’universo circostante sia esattamente quello che avevamo lasciato nel 2019.
Non è così ed è per questo che capita a sempre più persone di percepire un senso di profondo di soffocamento rispetto alla vita quotidiana. Infatti le consulenze psicologiche sono aumentate, così come l’utilizzo di farmaci che servono per rimettere in quiete una psiche che tende a impaurirsi, avendo perso tutte le certezze. C’è poi chi decide di cambiare vita, di lasciare lavori importanti per dedicarsi ai propri affetti o semplicemente per recuperare i propri spazi e il proprio tempo mettendo a frutto ogni singolo momento della propria vita.
In questo scenario si inseriscono tutte quelle iniziative e quelle attività che mirano a rimettere un po’ d’ordine a una condizione – quella degli uomini e delle donne di questi tempi – sempre più fragile e precaria. Una passeggiata nella natura, immersi in ambienti di totale rilassamento, praticando discipline di meditazione, serve a guardarsi dentro e, contemporaneamente, a ristabilire il giusto rapporto con il mondo che ci circonda, sia esso costituito dalla natura come dalle persone. È un modo semplice per ripartire dalle piccole cose, un sistema che permette di ricostruire quel sé andato distrutto dalle minacce della pandemia. Non è semplice, sia chiaro. Parlarne o scriverne non è la stessa cosa che immergersi in queste atmosfere, perché bisogna avere le forza e il coraggio di mettersi in discussione. Vale la pena, però, concedersi a questa esperienza. E, per chi non vuole andare in Svizzera come suggerito dai percorsi dell’Innerwalk Project, basta percorrere i nostri sentieri (ce ne sono tantissimi, soprattutto al Nord della provincia) con la mente sgombra dai pensieri ma colma di energie positive. Sono quelle sprigionate dalla natura che torna ad essere nostra amica e non più matrigna, come diceva Giacomo Leopardi. Una volta avviato il percorso, i benefici sono quasi immediati. Provare per credere.