Anni fa, su una bancarella di libri usati, comperai un volume intitolato “I consigli del mago”. A una sommaria occhiata, poteva avere una cinquantina d’anni. Ma il testo, almeno dallo stile, era certamente più vecchio. Era un vero e proprio vademecum per capitoli, scritto in prima persona dal sedicente mago, rivolto a chi desiderava avere successo nella vita. Al di là di una certa ingenuità (o presunzione ) l’autore andava dritto al bersaglio di temi interessanti. Mi colpì subito la sezione dedicata agli uomini di potere. Il mago consigliava loro di guardarsi bene da un errore che segna la loro sorte. “Non ritenete amici quelli che vi lodano e non scambiate per nemici coloro che vi criticano o che non vi blandiscono” scriveva. “Si tratta di un morbo comune in chi esercita un potere – proseguiva – e la Storia dimostra che chi sale in alto cade in questa trappola. Il consenso è un’arte che si costruisce giorno dopo giorno con virtù come la pazienza, la lungimiranza, l’accortezza, la perseveranza, l’onesto e lineare agire, il carattere fermo. Chi ritiene di poter controllare tutto con la forza o circondandosi di servitori obbedienti e prezzolati non farà molta strada o dovrà percorrerla da solo allorquando, ed è inevitabile, cadrà nel dubbio che financo i suoi sodali siano doppiogiochisti pronti a tradirlo”. C’erano anche consigli per chi si sente incompreso. “Ci sono persone che ritengono di non essere mai valutate appieno per le proprie qualità. E si lamentano in bella continuazione. Così facendo finiscono per causare il plauso degli idioti e il riso dei saggi. Ma spesso le cose si invertono e non è un bene per nessuno. Se non vi riconoscono un merito non ve ne dolete. Fate un passo avanti. Ci guadagnerete in ogni caso”. Il mago non lesinava consigli al popolo, invitando “chi non ricopre responsabilità alcuna che quella verso sé medesimo o la propria famiglia” a non cadere nei tranelli: “fatevi sempre una vostra opinione su quel che sentite, andando di persona a vedere e verificare. Quando vi parlano esageratamente bene di qualcuno tenete gli occhi aperti. Fate altrettanto che quando ve ne dicono peste e corna. Solo così potrete scegliere a chi conferire la vostra fiducia. Se non vi occupate di quel che vi circonda e lasciate che le cose accadano poi non avrete ragione di lamentarvi. Del tempo non ti metter malinconia, ma della Signoria sì, se non saprai scegliere a chi affidarti”. E aggiungeva di “rifuggire l’ignoranza come la peste, di non blandirla e di temerla più che la cattiveria, dalla quale c’è almeno difesa”. Aggiungendo “la notte porta le sue ombre e non sono pericolose. Lo sono quelle del giorno, che ci costruiamo noi da soli, con sospetti e timori insensati che guastano la vita”. C’erano anche capitoli con consigli e segreti su come aver fortuna in amore e su come aver successo nel proprio lavoro. Ma, ahimè, rimandai scioccamente la lettura. Il tempo è passato e purtroppo il libro, per quante ricerche abbia fatto, non lo ho più ritrovato. Altrimenti, i segreti, ve li avrei senza dubbio rivelati qui.

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