Già questo è il più crudele dei mesi, altro che altri, altro che il dolcissimo aprile. Questo mese è il male assoluto. Con le lavatrici, presto peraltro soltanto a pieno carico e in azione alle tre di notte. Con le bollette da pagare – e che bollette e che fatture – quelle magari rinviate a dopo l’estate. E poi il solito dibattito interiore sulla palestra sì, palestra no – facciamo no, tanto poi magari torna il Covid e non ci posso andare. Con i libri scolastici dei pupi e dei nipotini che non si trovano, con l’impossibilità di procrastinare oltre quella riunione con quel o con quella collega che proprio non si sopporta. Il grigio, la felpa, le calze, il parcheggio che non si trova più, non si trova mai. Cerco il sole, ma non c’è. Dorme ancora la campagna, forse no. È sveglia, mi guarda, non so. Non so più nulla, come la Premiata Forneria Marconi. Sono un uomo, un uomo in cerca di sé stesso. No, cosa sono? Adesso non lo so. A settembre non si sa nulla, non si sa dove si andrà in vacanza a Natale, figurati poi ora, con la guerra, la pandemia, il fatto che dobbiamo inseguire i led di tutti gli elettrodomestici della casa per spegnerli e per risparmiare e per mandare a Vladimir un messaggio chiaro e netto. Settembre è una perfidia rifilata di soppiatto, giusto dietro l’angolo del tuo ultimo bagno, della tua ultima passeggiata, del tuo ultimo bermuda. L’estate è lo sboom, via tutti e tutto, ci si concentra sul cuore delle cose e sulle cose del cuore. Settembre è il boom, l’agenda Outlook che esplode, maledetta. Un tempo lo allietavi, questo incubo del calendario, con l’avvio del campionato o altre cose che iniziavano e che ti piacevano, ora inizia tutto prima, anche il calcio. Perfino la vendemmia è anticipata, così non si può nemmeno più cantare il magnifico Alberto Fortis. Ahi settembre mi dirai. Quanti amori porterai. Le vendemmie che farò. Ahi settembre tornerò. Sono pronto e tocca a me. No Alberto, non siamo pronti (salvo Giorgia, ovviamente), non sono affatto pronto. Pronto alla fila con il numerino al super perché in frigo solo scatolette del 2021? Pronto alla telefonata del commercialista per le tasse? Pronto a mentire al telemarkettaro? «No, mi scusi, ora sono in riunione, mi deve richiamare…». Perché a settembre inizia davvero solo lo spam, oltre alla scuola. Lo dico, diciamolo: settembre ti odiamo dal profondo del nostro eterno ferragosto. Su, dai. Prendiamo, cambiamo canale. Ci siamo, poi siamo due estranei. Vorrei che ci stesse un modo. Per dirti che non ci sta un modo. Prendiamo, cambiamo canale, Carl Brave dice di farlo prima del 23 settembre, a me basterebbe anche dopo il 25. Sì, perché almeno questo non dovevi farcelo, bastardo di un mese, anche la campagna elettorale no.
Il PENSIERO DEL DIRETTORE
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