Un libro permette di riconnettersi con due elementi distrutti da questa società: il tempo e la passione. Lo scopo dei telefoni cellulari è, in tanti casi, quello di ammazzare il tempo. Non c’è espressione più felice per descrivere ciò che disperdiamo quando ci lasciamo prendere dalla mania dei post. Un po’ come fumare una sigaretta: mandiamo in cenere parte di un nostro bene prezioso che è la nostra salute (fisica o mentale).

Come esordio mi rendo conto che è un po’ bacchettone ma farò in modo di ammorbidirmi per spiegare la bellezza di leggere un libro, tanto più se in montagna, riacquistando quella sintonia di persona e natura che fa parte della nostra essenza, così come l’esperienza di Marco Tosi (pagine 10 e 11) ci può regalare.
La filosofa Sofia Vanni Rovighi (che pochi conosceranno ma che ha dato un’impronta fondamentale a questo studio in Cattolica a Milano) diceva che spesso la vita di una persona è una fuga dai quesiti veri sul senso della nostra esistenza, un tentativo per distrarsi, per allontanare da noi il pensiero della finitudine e del limite.

Escogitiamo mille modi per non essere catapultati in questo vuoto che ci spaventa. Invece è affrontandolo che ci rendiamo conto di chi siamo per davvero. E un libro ci può insegnare molto perché ci aiuta a riflettere, fosse anche un giallo e non per forza un trattato sulla ragion pura o sulla ragion pratica. La lettura rinforza i nostri meccanismi logici, li esalta, ci guida dentro la nostra mente senza rimbalzare da un contenuto all’altro come la logica social vorrebbe. Ci impedisce di diventare schiavi di quella destrutturazione del pensiero che va così tanto di moda. È l’estremo tentativo di salvarci, insomma. Sono ancora troppo bacchettone? Può darsi.

Ma se ci fate caso questo tipo di impostazione non si mangia solo il nostro tempo ma fa a pezzi anche la ragione stessa del nostro vivere, cioè la passione. Quando siamo felici, quando sentiamo che la pienezza del nostro essere riesce ad esprimersi in modo completo? Quando riusciamo a coltivare una passione. Rendendo il mondo piatto e sempre uguale, dentro schemi fissi e sempre uguali come quelli che ci vengono propinati dalla finta libertà dei social, perdiamo amore per ciò che facciamo e per ciò che vediamo. Tutto diventa solo materiale di consumo. Utile a far passare il tempo ma non a soddisfarci. Anche in questo caso ci viene in soccorso un libro: avete mai provato a lasciarvi prendere da una storia che vi appassiona? È cibo per la nostra anima, carburante per corpo e mente. Dunque, riappropriamoci di tempo e passioni. La nostra vita sarà più felice. A volte basta poco: un semplice libro e una baita in montagna.