Il mistero affascina, il mistero attrae, il mistero attira a sé per capire. Un certo autore di Firenze ci ha fatto una fortuna descrivendo cosa esiste dopo la morte. E chi non è curioso di saperlo? Peccato che nessuno possa descriverlo con certezza, essendo la strada senza ritorno. Si può, allora, provare con lo spiritismo. Ma bisogna crederci. Nulla contro chi lo fa con convinzione ma l’unica seduta che ricordi è quella che viene raccontata nel film “Totò, Peppino e la dolce vita”, descrizione divertente e un po’ grottesca di un riunione per richiamare gli spiriti con tanto di teschio, corna e un fantasma che si materializza, salvo poi scoprire che è tutto uno scherzo. Peppino, intanto, si sente male ma il cognac per rianimarlo se lo beve Totò. Insomma, c’è molto da ridere e poco da capire in questa storia che, però, regala anche qualche pillola di saggezza. La celebrante, interrogando l’aldilà, scopre che «la verità non fa male» mentre «il dubbio tormenta l’anima». Meglio non stuzzicare troppo gli spiriti, allora, per superare il piano della realtà concreta. Ci possono essere altri metodi per scandagliare quella che i filosofi chiamano la metafisica. Un sistema può essere quello dell’interpretazione dei segni (non dei sogni). Ci sono persone che leggono il proprio destino in base alle indicazioni che arrivano dagli eventi della vita. È un approccio solo apparentemente irrazionale, in verità mira a spiegare ciò che accade seguendo un filo logico che solo il diretto interessato può vedere. Un altro modo per scoprire la parte nascosta della nostra vita consiste nell’affidarsi alla psicologia, meglio alla psicanalisi, che passa al setaccio l’inconscio per trarne conclusioni. Non sempre vere, però.

Poi ci sono i due approcci solo in apparenza antitetici, quello di testa e quello di cuore. Nel primo caso cerchiamo di dare una ragione anche a ciò che non capiamo. E, di solito, rimaniamo delusi. Con il cuore, invece, non sbagliamo in quanto a soddisfazione immediata ma rischiamo di finire dentro casini che nemmeno ci immaginiamo ma che scopriremo in seguito.

Siamo partiti dalle sedute spiritiche per arrivare a una chiave di lettura della vita che sia in grado di interpretarla nella sua completezza. Come hic et nunc (qui ed ora) ma anche come futuro, come prospettiva, come tendenza all’eterno e all’infinito. Totò e Peppino ci hanno scherzato sopra ma chi più di loro – da scaramantici napoletani – può essere esperto nella materia “aldilà”? Peccato però che non basta un tavolino, una tazzina e le mani dei convitati unite a catena per venire a capo di questo mistero. Ma a volte ci piace credere che possa essere così.