Non si può parlare di respiro senza accennare al concetto orientale di ki. Con questo termine viene espressa l’idea che incarna le energie fondamentali dell’universo, di cui fanno parte la natura e le funzioni primarie dell’uomo, in cui il respiro ha un ruolo essenziale, senza il quale non esiste la vita. Nell’antica Cina il ki era visto come la forza che originava tutto il resto, utilizzato nelle arti marziali e per dare motivazioni agli eserciti. Nella cultura tradizionale induista il termine con significato corrispondente è il vocabolo sanscrito Prana. Che ha a che fare con il respiro e ci rimanda a quello che di solito noi indichiamo come lo spirito. Il tutto, anche dal punto di vista linguistico, ci richiama il soffio. Ovvero quella componente vivificatrice che interpreta la capacità creativa di Dio. Nel respiro dunque sta la vita e la potenza del realizzare dal nulla così come viene spiegata nell’Antico Testamento, libro della Genesi: «Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente».

Esaurite queste premesse storiche e filosofiche ci troviamo proiettati nel giorno d’oggi e ci confrontiamo con tecniche sempre più raffinate che mental coach, psicologi e santoni insegnano ai loro allievi per farli stare bene. Spiegano che la serenità mentale parte dal respiro. Un approccio affannoso e nervoso non fa altro che peggiorare il nostro stile di vita. Occorre respirare con calma e lavorare sul diaframma in modo che a gonfiarsi sia più la pancia della cassa toracica. L’obiettivo non sempre è naturale ma si raggiunge con l’allenamento. Cadenzare il proprio respiro è il primo passo per stare meglio. Per vivere in pace con se stessi.

Purtroppo però noi siamo gli abitanti di quello che il semiologo Marshall McLuhan chiamava il villaggio globale, quindi siamo sottoposti a una miriade di input. Se ci facciamo prendere dall’ansia siamo fritti. Solo se abbiamo la pazienza di ascoltare il nostro corpo, capiremo che il ritmo del respiro può guidare anche le nostre azioni con successo. Il famoso detto «la calma è la virtù dei forti» non è una frase buttata lì a caso, è la sintesi di quanto la filosofia e le tradizioni millenarie ci consegnano. Capiamo, perciò, come la corsa spasmodica alimentata dalla società occidentale abbia poco senso. Produce competizione ma non risultati migliori. Per riuscire a emergere nella vita non serve correre forte ma avere la forza di trasmettere il proprio soffio creativo dentro le cose che si fanno. E per arrivare a questo obiettivo esiste una strada molto semplice: prendi fiato, respira forte e buttati dentro la vita. Le forze che governano il mondo ti sorreggeranno. Perché tu sarai uguale a loro. Sarai lo spirito, il ki, l’eterna manifestazione della potenza di Dio (che sta in te).