L’idea di che cosa sia un influencer o un’influencer non è ancora chiarissima. Diciamo che può essere un testimonial, un esperto o un’esperta di qualcosa, comunque una voce molto ascoltata e una persona molto seguita su Internet. Facciamo due esempi: Chiara Ferragni e l’Estetista cinica. La prima ha tutto per essere una star: bella presenza, bella famiglia con figli e marito, cioè Fedez, star quanto, anzi meno di lei. È una celebrità del web, ma è diventata anche di recente una componente del consiglio d’amministrazione della Tod’s di Diego Della Valle, facendo volare il titolo in Borsa. Dunque, si fa sul serio, tanto sul serio che, quando ha postato una sua fotografia agli Uffizi, gli Uffizi hanno poi dovuto raddoppiare le transenne all’ingresso per quanto sia riuscita a convincere il mondo, soprattutto dei giovani, che lì bisognava andare e siccome era un bel lì: brava, bene, bis. Però c’è un’altra faccia della medaglia. Di recente un’influencer è andata più volte in un noto e buon ristorante romano. In una di queste volte ha anche pubblicato sui social qualcosa con commento e geolocalizzazione, cioè ha fatto sapere dove e in quale ristorante era. Boom di prenotazioni, ovvio, ma di prenotazioni di giovanissimi che poi al ristorante ordinano il minimo al minimo costo, tanto solo per dire di essere stati lì, e siccome è un buon lì: brava influencer, bene, bis. Beh, non proprio, visto che i ristoratori ora si trovano costretti a respingere prenotazioni di grandi spenditori a cena per accogliere orde di follower giovanissimi e poco dotati di carta di credito.

Il secondo esempio è quello invece di un’estetista che con la sincerità e la schiettezza ha costruito un mondo web di sostenitrici adoranti, “le fagiane” si chiamano, e un’industria di produzione di creme et similia da far invidia a stuoli di pmi e non solo. Due settimane fa è stata citata in un articolo di un giornalista, Michele Masneri, sul Foglio e siccome non ha gradito la citazione ne è partita una valanga di polemiche e contropolemiche sui social network che a sua volta ha ri-partorito un lunghissimo articolo sul Foglio. Quello che impressiona, in questi due casi, è l’enorme peso del rapporto singolo-massa. E il potere di un singolo su una massa ha sempre qualcosa di preoccupante, di rischioso, soprattutto se e quando il potere di un singolo va su una massa per andare, direttamente o indirettamente, contro un altro singolo. Questo dimostra che è vero che la rete è potenzialmente molto democratica, ma potenzialmente è pure molto autoritaria, anche se ovviamente qui solo di star si sta parlando. Ma solo di star si sta parlando?

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