Tra hamburger del futuro e consigli della nonna
L’hamburger del futuro pone il tema su cosa mangeremo un domani. Già su questo giornale abbiamo parlato non tanto tempo fa della farina di grilli e di altre diavolerie che stanno entrando con sempre maggiore convinzione sul mercato alimentare italiano. Quindi non dobbiamo più stupirci di nulla: le abitudini cambiano e, pure sul cibo, la società evolve. Per arrivare dove? Nessuno lo sa.
L’hamburger è un simbolo per l’alimentazione del nostro millennio. Ne abbiamo fatto uso e abuso finché non ci è salita una specie di rimorso di coscienza perché ci siamo resi conto che questo tipo di alimentazione provocava guasti a noi stessi e al pianeta. Nulla contro la carne, sia chiaro. Lungi da noi la necessità di omologarci con l’impostazione talebana dei peggiori vegani (quelli ragionevoli hanno molte ragioni) ma è ormai evidente a tutti che si è esagerato in questi ultimi decenni con la carne. E l’hamburger del fast food ne è diventato emblema. Levarlo del tutto di torno pare ormai un crimine. E soprattutto facciamo molta fatica a modificare le nostre abitudini per rispondere alle esigenze della collettività e della difesa del pianeta. Troviamo allora delle alternative. L’hamburger del futuro non è fatto di carne ma mette insieme gustosi ingredienti in una ricetta che ha lo scopo di allettare il palato senza distruggere l’universo.
È il primo passo verso l’alimentazione del futuro? Probabilmente sì. Anzi, siamo già dentro questo nuovo mondo anche se non vogliamo accorgercene. Andiamo a larghi passi verso la carne sintetica e altre diavolerie del genere che ci permetteranno di rendere il nostro mondo sostenibile ai miliardi di abitanti che lo popolano. Scelta inevitabile, dunque, quella di modificare il nostro cibo. Ma potrebbe non essere quella giusta. Massimo rispetto per l’hamburger del futuro, per il suo profumo particolare e per il sapore di funghi ma, forse, per salvare l’ambiente che ci circonda non è sufficiente. È necessario, invece, guardare indietro per portarsi avanti.
Una contraddizione? No di certo. L’obiettivo è di tornare alle vecchie abitudini alimentari, quelle che ci facevano mangiare la carne una volta al mese. O, se andava bene, una volta alla settimana. Per il resto serviva cibo sano e non costruito artificialmente in laboratorio: molti legumi, verdura e nulla di sofisticato. Dieta povera? Assolutamente no. Si scrivono libri su libri per testimoniare che il tipo di alimentazione mediterranea è quello giusto. Non resta, dunque, che mettere in pratica i preziosi consigli della nonna. Saranno più buoni dell’hamburger del futuro.