Non importa sapere se gli Ufo esistano o meno. Bisognerebbe, invece, capire se esistiamo noi. Partendo da questo quesito iniziale, stuzzicati dal tema di base degli extraterrestri, proviamo a interrogarci sul nostro status di uomini e di donne. Premessa essenziale, togliamo di torno qualsiasi velleità derivata dal filosofo tedesco Arthur Schopenauer, quindi il mondo non è una nostra volontà, né tanto meno una nostra rappresentazione. Dunque stiamo sul piano del concreto, di quello che Edmund Husserl avrebbe chiamato l’hic et nunc, il qui ed ora. Torniamo, perciò, alla domanda iniziale. Ovvero: nell’universo che ha una grandezza infinita e, dunque, non può essere concepita da un cervello umano, come possiamo spiegare la nostra esistenza e, ulteriormente, quella di altri esseri?

Sforziamoci che, pian piano, possiamo arrivarci. Sulla nostra presenza nel cosmo ci hanno raccontato di tutto e di più nel corso dei millenni. La teoria del big bang giustifica la nascita di creature viventi ma resta sempre il dubbio su quel soffio iniziale, su quella coscienza ordinatrice rispetto al brodo primordiale. Filosofia e scienza, in alcuni casi fanno a pugni, ma nulla può essere più certo, mutuando le tesi di René Descartes, “in arte” Cartesio, del dubbio.

Dunque il nostro sapere si fa sdrucciolevole e pure la nostra esistenza, se non fosse per i cari e vecchi filosofi presocratici che ci avvertivano fin da subito che «l’essere è e il non essere non è». Quindi noi siamo. Oggi si direbbe che tutto questo dibattito potrebbe essere ridotto a un semplice problema linguistico. Ma noi sappiamo che non è così. Dunque proseguiamo la nostra vita con le nostre (false?) certezze, domandandoci pure se esistono altri esseri nell’universo, quelli che comunemente chiamiamo extraterrestri. Se abbiamo accertato (sicuri?) che noi esistiamo, perché non dovrebbero esserci anche loro?

In epoche come la nostra, mentre si fa un gran discorrere di Intelligenza Artificiale, viene quasi naturale affermare che possano abitare in chissà quale altra parte dell’universo forme di vita diverse dalla nostra ma non per questo meno nobili. La supremazia dell’uomo ci è stata ripetuta fino alla noia da religione e teorie filosofiche di ogni specie ma è probabile che sia solo un’illusione. Un modo per metterci al centro di una vita della quale non percepiamo il senso più profondo. Ma forse è proprio interrogando l’universo che possiamo renderci conto di chi siamo davvero. Come sta scritto sull’epitaffio della tomba di Immanuel Kant: «La legge morale dentro di me, il cielo stellato sopra di me».