Un cane in casa? Una cosa senza senso. La fatica: sveglia presto, per portarlo fuori; quante volte mangia al giorno? E poi capire se il cane che ti viene incontro, mentre lo porti fuori, la sera, è congeniale al suo giocare oppure causa di un problema, magari di una lite, roba di segnare il territorio. E poi i forasacchi, che è pure stagione, mannaggia. E poi umido oppure crocchette? Qualcuno rovina un mobile, altri sono bravissimi. Un cane in casa? Maddai, no, meglio un gatto: più autonomo e meno impegnativo. Giusto. Però poi un cane in casa, dicono psicologi delle migliori Università del mondo (non ho verificato, ma qualcosa si trova se cercate in rete), porta il buon umore. Metti per esempio. Se una coppia sta per separarsi, perché “stare” è la cosa più difficile del mondo, soprattutto in un mondo che fa del divenire rapidissimo e istintualissimo la normalità, e perché l’abbraccio del sacramento a volte fa fatica, ecco, un cane che salta, che sbraita, che esige, riporta il buon umore: non giudica, non impone, non contesta. Ovviamente la figlia o il figlio aveva promesso che se ne sarebbe occupata lei o lui, ma tu, in fondo al cuore, in un posto molto nascosto e molto tuo, lo sapevi e lo speravi: toccherà a me occuparmene, ovviamente. Poi lui o lei poggia il collo sulla tua gamba, in silenzio, quando hai l’influenza, e non esige troppo, e tu pensi: meno male, me ne occupo io. Questa cosa, davvero, non l’ho mai capita: com’è che gli animali capiscono che tu non stai bene? E non ti rompono. E non fanno sacrifici. E ti accettano come sei, basta che alla fine pensi a loro. Però poi devi ricordare tante cose e te le segni: le vaccinazioni, i farmaci per le pulci, e portarlo fuori, la sera tardi. C’è una società occulta – sappiatelo – è composta dagli accompagnatori di cani di sera tardi fuori. Qualcuno è in pigiama. Qualcuno si riveste di tutto punto solo perché deve portare fuori il cane. Qualcuno, troppo stanco o troppo pigro, mette una specie di pannolino largo e lungo e in casa, sperando che lui o lei capisca che lì deve farla. Un cane in casa? Una cosa, del tutto, senza senso. Sono nato non conoscendoli, gli animali. Sono cresciuto temendoli, gli animali, colpa di quella volta che con un fucile giocattolo in mano, io, quell’enorme cane lupo mi inseguì, allora attraversai senza guardare la strada, nonno mi sgridò, il cane lupo lunghissimo mi buttò giù. Io non capivo molto, forse nulla. Però l’esperienza mi ha raccontato di un mondo fatto di un cane che quando stai male lo capisce e sta cauto, quando stai bene ti invita uscire e a sorridere, quando sei tu, calmo, ti aspetta e se arrivi te lo fa capire che è un gioia. Naturale, animale.