In principio Dio creò il cielo e la terra. Lo scrive il libro della Genesi, prima frase della Bibbia, testo a cui si ispira la fede, la conoscenza e il sapere dell’Occidente. Non dice che nasce prima l’uomo ma il cosiddetto creato, l’ambiente in cui vive, ciò che gli sta intorno. E che, nel corso dei millenni, ha pensato bene di distruggere e di devastare. Senza l’opera dell’ingegno umano oggi saremmo ancora dentro le caverne a proteggerci dalle belve feroci accendendo il fuoco (ammesso di sapere cosa sia e come si accenda) ma nell’istintiva necessità di progresso è contenuto – in piccola o in grande misura – lo sfruttamento del creato. Al punto in cui siamo arrivati, dunque, non si può più tornare indietro. L’obiettivo perciò e di trovare una sorta di equilibrio tra desiderio di sviluppo e rispetto dell’ambiente. Cammino difficile, forse impossibile. Lo dimostrano gli squilibri climatici generati dalla cattiva gestione di ciò che ci circonda, dall’inquinamento e dalla logica del profitto sempre e comunque. Improponibili regole assolute che valgano per tutti. Lo dimostrano i fallimenti dei vari congressi mondiali per la tutela dell’ambiente. Ciò che vale in Italia, non conta in Cina e tanto meno nel continente africano. Il tema però resta centrale e necessita di una risposta certa e non di una colpevole banalizzazione come quando un argomento così importante viene sbrigativamente archiviato come una questione da “gretini”.
Greta Thumberg è antipatica a tante persone ma non sbaglia quando avverte che l’emergenza climatica e ambientale è il nodo più duro da sciogliere. Nessuno però la vuole ascoltare, come gli antichi facevano con Cassandra, figura mitologica che prevedeva terribili sventure ed era pertanto invisa a molti. Triste destino, quello di chi dice la verità. Tanto più se di mezzo ci sono interessi talmente forti da non poter essere scalfiti. È proprio ciò che sta succedendo adesso. L’ambiente si sta ribellando allo strapotere dell’uomo, nonostante – secondo quanto dà spiegazione la Genesi – sia arrivato prima. Ecco perché nascono forme di mobilitazione per la difesa della natura e una cultura nuova che mette al centro tutto il creato e non solo l’uomo come è stato fatto per così tanti secoli da una visione ormai vecchia e superata. Peccato, però, che questo concetto a forte connotazione antropocentrica, resista nella testa dei governanti del mondo. Di coloro che devono decidere sulle sorti dell’umanità. Preferiscono non vedere, piuttosto che scombussolare lo status quo.
Ma la natura ha più forza dell’uomo e viene prima di lui. Non mancherà, prima o poi, di esercitare il suo potere. Basta prepararsi in tempo, ascoltando Cassandra. Pardon Greta.