Il consenso crea consenso che crea consenso. È così che funzionano il marketing digitale, gli algoritmi dei motori di ricerca su Internet, le nostre scelte, le nostre vite. Per esempio, entrereste mai in un locale vuoto situato proprio in mezzo a due locali pieni? O scegliereste uno dei due esercizi affollati? Immaginate. Sabato sera. Cerchi su una delle applicazioni per trovare all’improvviso e scegliere con qualche cognizione di causa un ristorante, un aperitivo, un’enoteca. Ti viene proposta un’enoteca con voto di altissimo gradimento e un certo numero di recensioni lusinghiere, molto. Ecco, vedi, il ueb sa che preferisci il vino alla birra. Alcune di queste recensioni dicono esattamente che lì troverai proprio quello che tu cerchi. Anzi, quel posto è lì che da sempre aspetta te per una serata cameo. Verifichi che non siano tutte anonime o pseudonime, le recensioni: amici degli amici del gestore? Chiami per sapere se c’è posto, «sì, certo», rispondono. Arrivi davanti al locale prescelto. Sarà pure lì per un cameo, però è ferocemente vuoto e un annoiato signore consulta scoraggiato il suo smartphone.
wÈ completamente vuoto, capisci. Dai un occhio a sinistra: c’è un’osteria mezza piena, con viavai di famiglie e green pass. Dai un occhio a destra: c’è una birreria nordica con viavai di ragazzoni e giubbotti di pelle, uno di quei pub perfetti per un gruppo di amici e per vedere la partita. Anche qui c’è gente. Due locali mezzi pieni e in mezzo, il vaso di coccio, un locale perfettamente vuoto. Entrate anche se avete chiamato? Dai, il senso di colpa prevale, in fondo il povero gestore ha risposto «sì, certo, c’è posto, pure troppo…». Insomma, dai dai, volevate l’enoteca, odiate la birra e non è per una cena di famiglia che siete lì. Eppure l’imbarazzo di solcare l’ingresso di un locale vuoto concede la vittoria alla tentazione dell’osteria. «Ha prenotato?». «Sì, ma nel locale vuoto a fianco», sopprimi questa frase e dici: «No…». «Mi dispiace, non abbiamo posto, ma l’enoteca a fianco ha posto, pure troppo…». L’ultima cosa non l’ha detta, ecco, ma perché è vuota? Ma allora le recensioni? E il voto alto? Il consenso crea consenso che crea consenso. Passi davanti all’enoteca: «Ammazza, ma è proprio vuota. Ma come mai?», dici tra te e te. E vai a dare un occhio alla birreria nordica. Buia, maschia, odorosa di fritto che di più non si può. Entri. «Una piccola chiara…». «Non abbiamo piccole, solo…». Pochi secondi e odori già come se avessi fatto il bagno nell’olio esausto di un hamburgeria, ma di questo non avevi letto nulla nelle recensioni. Vorresti andare a salutare il gestore dell’enoteca, ma sarebbe un peccato interrompere la sua navigazione solitaria via smartphone con tutto quel fritto. Auto, via.