Erbe selvatiche contro i guai dell’industria alimentare
“La cuoca selvatica” di Eleonora Matarrese è l’ennesimo tentativo da parte della nostra società tecnologica e massificata di tornare alla natura. Un libro che regala gustose ricette e che rimette in pace con l’ambiente spesso devastato dall’opera dell’uomo. Quanto ci sia di autentico e quanto pesi il marketing su un argomento così di moda, questo non si può dire. Di certo l’operazione è portata avanti con sincerità e convinzione perché bisogna essere animati dal sacro fuoco della passione per andare a cercarsi gli ingredienti di ricette antiche e moderne in mezzo ai campi, invece di rivolgersi al supermercato più vicino.
Il tema di base, comunque. è il recupero di gusti e di tradizioni del nostro passato, la maggior parte delle quali sono molto più salutari di quelle attuali.
Partendo da questo presupposto si entra dentro un terreno interessante ma super minato. Ne è dimostrazione la proiezione nei giorni scorsi, pure al Miv di Varese, del documentario Food for Profit che spiega come gli allevamenti intensivi devastino la nostra alimentazione e il nostro equilibrio con l’ambiente, creando i presupposti per nuove pandemie e per lo svilupparsi di malattie. Un’industria, tra l’altro, che riceve copiosi finanziamenti dalla Comunità europea, quindi dalle nostre tasche. Rispetto a questo modello di consumo, dunque, si contrappone quello più naturale e circoscritto. Ne sono testimonianza anche comunità che stanno nascendo in provincia di Varese. Fanno della produzione autoctona un motivo di vanto ma soprattutto un esempio per cambiare abitudini sbagliate che ci portano alla progressiva distruzione del pianeta.
Ripartire da fiori e erbe spontanee è un buon inizio per cambiare mentalità e per capire quanto di buona esista già in natura. Non è facile, però, adattarsi a questi gusti perché il punto di forza dell’industria alimentare attuale sta proprio nell’intercettare le nostre debolezze e farle diventare un buon motivo economico. Il gioco è sempre lo stesso: meno fatica, più piacere, perché dovrei cambiare? Infatti, non tutti quando si mettono a tavola vogliono cambiare il mondo. Per un consumo responsabile devono però sapere che ogni atto compiuto contro la natura finisce per diventare un boomerang, le cui conseguenze ancora non si conoscono. Per non sbagliare, dunque, meglio affidarsi alle ricette della cuoca selvatica. Non sempre incontreranno i nostri gusti ma, pian piano, ne capiremo il valore e il significato. Ritroveremo le nostre origini, più che con la farina di grilli, altra idea alimentare che va molto di moda. Ma sulla quale è legittimo nutrire qualche perplessità.