I vaccini si sono presi il palco. Con il sipario calato, ma se lo sono preso in senso letterale. Gli spazi dello svago e del divertimento come teatri, cinema, palasport, aree attrezzate e palestre sono diventati la tappa obbligata che bisogna affrontare per abitare di nuovo serenamente nel mondo, tornare alla socialità nel vivere quotidiano e alla soddisfacente e alla gioiosa convivialità dell’andare a vedere un film o a cenare fuori con gli amici.

Ero convinto che la prima occasione nella quale avremmo rimesso piede in un cinema multisala sarebbe stato per incontrare Tom Cruise reinterpretare Maverick in Top Gun 2 o per vedere Daniel Craig per l’ultima volta nei panni di James Bond in No Time to Die, il 25esimo atto della saga ispirata dai romanzi di Ian Fleming. Invece non andrà così. I super eroi si chiamano Pfizer, Astrazeneca o Moderna e, nella lotta contro il “cattivo” Coronavirus, promettono la nuova normalità in tutti quei quei luoghi del divertimento, dell’intrattenimento e del movimento di massa nei quali ci piacerebbe tornare prima possibile. Una nuova normalità che avanza ma che è poco riconoscibile, condizionata da situazioni impensabili appena 12 mesi fa quando indossare una mascherina in ogni momento, trovare gel ovunque e avere di fronte qualcuno che ti misura la febbre varcata una soglia, pareva sì la trama di un film che, comunque, di lì a poco avrebbe dovuto concludersi e rimetterci sulle giostre al Luna Park della Schiranna o in platea al “Giuditta Pasta”. Ma una volta tutti finalmente vaccinati, cosa dobbiamo aspettarci? Non sono sicuro che andare allo stadio a tifare abbracciando lo sconosciuto vicino di posto al gol della nostra squadra o stiparsi sulle tribune di un palazzetto gremito sarà così semplice e senza retropensieri come lo è stato fino al febbraio 2020. La pandemia ha solo mutato o s’è portata via un modo globalmente condiviso di divertirsi e di vivere il tempo libero? Se ballare e sudare fianco a fianco sotto il palco a un concerto non sarà più spontaneo, unico, animalesco e pure tribale, il virus avrà davvero per sempre cambiato la socialità e il gusto della condivisione. E allora, se riportare tutto a come era prima è roba solo per Ethan Hunt, dunque una Mission: impossible 7, come sarà divertirsi d’ora in poi?

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