L’arcobaleno va di moda, se non altro perché simboleggia la rivoluzione sessuale in atto nella nostra società. Si può discutere se sia giusta o meno, ma non si può negare che sia in corso una profonda trasformazione del modo classico di vedere maschio e femmina, uomo o donna. Viviamo in un contesto fluido, ci spiegano quelli che ne capiscono più di noi, ed è normale accettare la libertà di genere. I colori dell’arcobaleno possono perciò diventare l’indicazione dei diversi orientamenti.
Raccapezzarsi in questo nuovo mondo non è semplice perché vengono aggiunte sempre nuove sfumature, tanto che potrebbero presto non bastare tutte le intonazioni dell’arcobaleno. Ma questo è solo un particolare rispetto a un discorso più complesso che pone al centro l’individuo e la sua possibilità di espressione, al di là delle gabbie poste dai vincoli sociali o dalla morale comune. Massimo rispetto, dunque, dell’arcobaleno sessuale a patto che non diventi ostentazione. Baciarsi tra uomini sul palco di Sanremo non è l’affermazione di un diritto sacrosanto ma diventa semplice provocazione per attirare su di sé l’attenzione e costruire un castello di pubblicità.
Esattamente l’obiettivo opposto che si prefigge di raggiungere la liberazione sessuale in atto in questi anni. Così pure diventa stupida forzatura voler togliere ogni catalogazione maschio/femmina nel nostro vivere quotidiano. Le esagerazioni non sono mai utili per costruire una società migliore, soprattutto quando i messaggi vengono veicolati a casaccio, andando a colpire anche ragazzi e ragazze (per non dire bambini e bambine) che non hanno ancora gli strumenti per riuscire a decodificare la realtà. Non è moralismo, questo. Ma semplice ragionevolezza per non trasformare il nostro mondo da libero a liberticida, cioè schiavo del pensiero unico. Che tutto contesta e distrugge. Siamo in un periodo di passaggio. E come tale va accettato.
Ma la bandiera arcobaleno non sta solo a simboleggiare la libertà sessuale che viviamo in questi anni. È pure un bellissimo segnale di pace. Abbiamo visto sventolare tante volte questo vessillo ed è proprio adesso il momento giusto per far sì che sappia trasformare la realtà. Noi conosciamo bene la pace perché abbiamo la fortuna di non essere colpiti da conflitti ormai da decenni. Quindi non diamo più peso a questo bene enorme. Ma è sufficiente spostarsi in quella parte di Europa che da un anno soffre a causa di bombe e carri armati per renderci conto che dobbiamo restare aggrappati all’arcobaleno e non lasciarcelo scappare. Lo possiamo fare in un solo modo: sconfiggendo il germe dell’odio che attraversa anche i nostri giorni e ammorba le nostre vite. Sarebbe già un buon inizio. E l’arcobaleno – tutti lo sperano – potrebbe ri-spuntare dopo la tempesta.