Il Pandino di Vidal

Il Pandino di Vidal

Il commento di Pasquale Martinoli

Arturo Erasmo Vidal, calciatore pluridecorato, con sette campionati vinti (4 in Italia, tre in Germania e uno in Spagna) e varie coppie di contorno, ha alzato un nuovo trofeo, da lui stesso definito «un sogno che si avvera»: una vecchia Panda color verde. L’ha mostrata, sui Social, affiancata nel suo parco auto a una Ferrari. E l’ha già messa in moto, scorrazzando per Como e raggiungendo anche, al volante del Pandino, il campo di allenamento della sua attuale squadra, l’Inter. Le immagini sono diventate virali. E l’informazione si è messa nella scia, citando i precedenti di star del pallone che hanno scelto utilitarie d’antan, veicoli popolari, lasciando ai box (solo per poco) le fuoriserie. Vuoi fare mancare un commento? Certo che no! Sui Social, ormai zona franca per qualsiasi esternazione, si passa dalla nostalgica ammirazione per il Pandino vecchio stampo (da una ventina d’anni soppiantato dal nuovo modello) alle perplessità sul giubilo del nostro Arturo che «finalmente» ha coronato «il sogno», perché tale evidentemente non erano la Ferrari e la McLaren serie boh già in suo possesso. Fermo restando che il Pandino è iconico e chi l’ha avuto, come unica auto, ne serba un caro ricordo, stupisce lo stupore del nerazzurro per questa agognata conquista. Vamos Arturo. Col Pandino. © riproduzione riservata

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In carrozza scalando le Alpi/#4

In carrozza scalando le Alpi/#4

Una sosta anche a Briga, Spiez e Thunx. Il Trenino verde ferma anche a Briga, ai piedi del Passo del Sempione, un punto di partenza ideale per fare delle belle camminate nel Lötschberg, nella regione dell’Aletsch, oltre che per sciare nei comprensori vicini o rilassarsi nei bagni termali della zona. Spiez, invece, è una cittadina incastonata tra colli e pendii coltivati a vigneto, dominata dal magnifico castello sul Lago di Thun con, sullo sfondo alcuni fra i più imponenti massicci alpini. Infine Thun (foto), caratterizzata da edifici storici, suggestivi marciapiedi alti che parlano di storia, oltre al castello bianco che sorge su una montagna a picco sullo specchio d’acqua a cui la città dà il nome. © riproduzione riservata

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In carrozza scalando le Alpi/#3

In carrozza scalando le Alpi/#3

In meno di un’ora dall’ambiente alpino di Kandersteg si raggiunge Berna: l’impatto con la capitale è da lasciare senza fiato, perché l’ingresso in città avviene su un ponte sul fiume “del cruciverba”, l’Aar, da dove la città dà il benvenuto nel migliore dei modi. Berna, infatti, sorge su una collina all’interno di un’ampia ansa del corso d’acqua. Il centro storico si può girare in poche ore a piedi, facendo su e giù, fra la strada principale, quella dell’antico mercato, e le vie due laterali. Fra esse si può giocare a “perdersi”in viuzze e lungo i sei chilometri di portici, oppure nelle oltre tre duecento antiche cantine: dove una volta le famiglie ricche tenevano il vino, oggi, sotto terra, ci sono negozi, parrucchieri, cinema, teatri, ristoranti. A un tratto ci si può trovare davanti a una delle duecento fontane cittadine oppure, se la giornata è bella, si possono scorgere le cime innevate dei 4.000 metri della zona del mitico Eiger. Fra torri e ponti, tram e biciclette di una città giovane, viva e multietnica, improvvisamente si può sbucare davanti al Palazzo federale, simbolo politico del Paese oppure fermarsi ad ammirare la Torre dell’orologio, col suo meccanismo originale del Cinquecento, che si aziona ogni ora. Ma il monumento simbolo della città è sicuramente il Münster, la cattedrale in stile tardo gotico, il cui campanile svetta su tutto e dove spiccano, per la loro bellezza, le vetrate e il portale dov’è scolpito il Giudizio universale. Il giudizio sul viaggio col Trenino Verde fra Kandersteg, l’Oberland Bernese e Berna, è invece sintetizzabile in una sola parola: meraviglioso. © riproduzione riservata

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In carrozza scalando le Alpi/#2

In carrozza scalando le Alpi/#2

La prima tappa è a Kandersteg, paesino situato a circa 1200 metri di altitudine, ideale per chi ama il trekking e la mountain bike, coi 550 chilometri di sentieri e passeggiate, mentre d’inverno si trasforma soprattutto in un paradiso per lo sci di fondo o lo sci alpino per famiglie e neofiti. Per dare un’idea della bellezza del luogo, anche la casa di riposo per gli anziani è situata in un antico palazzo del centro, con balconi fioriti. Come da tradizione elvetica tutto è splendidamente curato e ordinato, con le casette in legno del paese che si fondono perfettamente nel paesaggio. La “perla” di questa località è il lago di Oeschinen, raggiungibile anche in cabinovia, dove d’inverno si può camminare sul lago ghiacciato, mentre nella bella stagione è disponibile una barca a remi. Chi preferisce, invece, un momento più glamour, può visitare questi luoghi durante l’ultima settimana di gennaio, quando Kandersteg sale sulla macchina del tempo e si agghinda come ai tempi della Belle époque.© riproduzione riservata

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In carrozza scalando le Alpi/#1

In carrozza scalando le Alpi/#1

Un viaggio in treno dove scorre una cartolina dietro l’altra. Prima passando accanto alle cime alpine, poi transitando a picco sulla Valle del Rodano e insinuarsi ancora fra i monti e la dolce vallata di Kandersteg, per sbucare lungo uno dei paesaggi più belli al mondo, l’Oberland Bernese e giungere al Lago di Thun e, attraverso dolci colline, nella capitale svizzera. È questo il percorso compiuto ogni giorno dal Trenino verde delle Alpi, che parte ogni due ore da Domodossola percorrendo la linea ultracentenaria del Sempione e del Lötschberg. Il trenino, la cui ferrovia risale al 1913 e fu costruita per lo più da manovali italiani, si inerpica soprattutto in montagna offrendo visioni panoramiche attraverso le sue ampie finestre e arrivando a Berna in poco meno di due ore, con fermate a Briga, Kandersteg, Spiez e Thun. Il tutto con una quota di energia idroelettrica superiore al 95% nel mix della corrente ferroviaria, in modo tale che il Trenino è Verde in tutti i sensi, perché usa quasi integralmente dell’energia sostenibile e generata dalle Alpi di cui è un gradito ospite. In questo periodo le ferrovie (info bls.ch) stanno promuovendo un biglietto speciale giornaliero a 59 euro complessivi, che comprende anche il viaggio sul battello sul Lago di Thun ma, chiaramente, la zona merita anche una visita di due giorni o più, soprattutto in questa stagione, quando si possono vivere ancora delle giornate miti dove, fra i pascoli con le mucche e le caprette, il “verde” tipico del paesaggio elvetico si tinge dei colori dell’autunno. © riproduzione riservata

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