Basta un maglione e il Natale diventa ironico

Basta un maglione e il Natale diventa ironico

Questo capo d’abbigliamento così particolare appartiene ai paesi del Nord Europa, più precisamente ai freddi paesi Scandinavi, dove le donne anziane erano solite cucire maglioni pesanti per i pescatori esposti al rigido clima del nord. La scelta dei colori così vivaci è presto detta: in questo modo erano ben visibili in caso di nebbia e rendeva più facile il ritrovamento delle persone il caso di caduta in acqua. Facile quindi capire perché i capi creati avevano fattezze ed abbinamenti cromatici discutibili dal punto di vita estetico. Ma che ha origini ha questa tradizione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Cappella Espiatoria: risplende la magia di Monza

Cappella Espiatoria: risplende la magia di Monza

La Reggia, il Parco e l’autodromo. Ma non solo. Monza è una città piena di angoli nobili e dove si scrisse la storia. Uno di essi farà piangere i monarchini: si tratta della Cappella Espiatoria, che sorge nel punto in cui il 29 luglio 1900 l’anarchico Gaetano Bresci uccise il re Umberto I di Savoia. Dopo l’assassinio, l’erede e successore Vittorio Emanuele III incaricò l’architetto Giuseppe Sacconi, autore dell’Altare della Patria a Roma, di progettare un edificio commemorativo, inaugurato nel 1910. E così sorse, appunto, la Cappella Espiatoria. Tra i simboli contenuti si citano la Pietà bronzea di Ludovico Pogliaghi, grandi croci in alabastro, lo scettro e la corona del Regno. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Come rendere il Natale ancor più emozionante

Come rendere il Natale ancor più emozionante

C’è chi a Ferragosto pensa con gioia al freddo delle feste natalizie. Da pellicola statunitense. C’è poi chi non vede l’ora di addobbare la casa di rosso e fare l’albero di Natale. E poi ci sono quelli, che amano alla follia le luminarie, i cristalli e i giochi di luce che riscaldano il cuore. Una vera e propria passione che spesso si coniuga anche con un gusto cinematografico, con un Santa Claus vestito di rosso scolpito nell’immaginario collettivo e decorazioni da sogno americano. E chi meglio di Salvatore Izzo designer specializzato nell’arredo di casa in stile statunitense che spopola sui social – oltre 71mila i suoi follower su Instagram – può insegnare a fare l’albero e prepararci per le feste? Salvatore Izzo, quali sono gli elementi che non devono mai mancare in una casa addobbata a festa? © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Alba | Dove ci si può far abbracciare dalle colline

Alba | Dove ci si può far abbracciare dalle colline

Arroccata in un’ansa del Tanaro, la città di Alba ha senz’altro una fama maggiore delle proprie dimensioni: appena trentamila abitanti, una sorta di grande salotto in cui tutti si conoscono, con una missione consacrata al buon vivere e al far vivere bene gli altri. Una città bianca come richiama il suo nome, Alba e come il suo prodotto di punta, il Tartufo. Ma pure una città rossa, di partigiani, di porfido, coppi e mattoni, così medioevali e così piemontesi. Fenoglio, attraverso gli occhi di uno dei suoi personaggi, la descriveva così: «Mi stampai nella testa i campanili e le torri e lo spesso delle case, e poi il ponte e il fiume, la più gran acqua che io abbia mai vista…». Alba ancora fa la stessa impressione a chi scende dalle Langhe verso la sua Capitale, sempre lì con i suoi mercati, i suoi negozi eleganti, i caffè, le pasticcerie, le campane delle tante chiese e i suoi straordinari personaggi, come Michele Ferrero, il papà della Nutella.

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Zucchero: «Sono rinato e ora voglio scrivere per i Maneskin»

Zucchero: «Sono rinato e ora voglio scrivere per i Maneskin»

«Quando mi sono messo a lavorare a questo disco, mi sono chiesto: se dovessi fare l’album migliore che posso, quali canzoni metterei? Quelle che ho non ho scritto io ma che avrei voluto scrivere. Io l’ho vissuto come un disco mio, pensando che le canzoni le avessi scritte io». Adelmo Zucchero Fornaciari aggiunge un altro mattone alla sfarzosa dimora della sua carriera. E lo fa con argilla altrui che ha rimodellato a tal punto da rendere sua. Discover, una riscoperta ma anche uno svestire e rivestire dei propri panni. Questo il titolo, e lo dice già la parola, del sospirato cover album. Durante l’ascolto gli effetti psicologici della pandemia si avvertono bene: «C’è un velo di malinconia – ammette Zucchero -. Non ci sono brani aggressivi o tirati. Sono partito con cinquecento titoli che ho poi scremato in tre anni, pensando a quando suonavo nei club con la prima band del paese. Ai tempi non c’erano ancora i dischi vecchi, quindi non dovevamo suonare per far ballare la gente. Ci facevano fare un’ora e mezzo come se fossimo stati un’attrazione pur senza essere famosi. Facevamo Genesis, Pink Floyd, Jethro Tull».

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A Brescia – Badiucao – il Banksy cinese

A Brescia – Badiucao – il Banksy cinese

L’immagine forte della mostra, quella che appare sui poster e che pubblicizza La Cina non è vicina. Badiucao – opere di un artista dissidente, è, in questo caso, anche la metaforica porta d’ingresso all’esposizione, effonde il suo senso su tutte le opere esposte e Carrie Lam, questo è il suo titolo, è un dissacrante ritratto del presidente cinese Xi Jinping presentato in abiti da rispettabile e attempata signora con girocollo di perle e vistosi orecchini. Badiucao (Shanghai, 1986; vive in Australia) ha espressamente scelto quest’opera per legare la mostra bresciana (Museo di Santa Giulia fino al 13 febbraio) a Gongle, la sua mostra del 2018 ad Hong Kong cancellata per le pressioni del governo cinese. Anche nel caso bresciano l’ambasciata cinese aveva espresso all’Amministrazione comunale il rammarico della Repubblica Popolare per un’esposizione in cui si diffondono – sosteneva – bugie anti-cinesi e false informazioni. La mostra si è comunque aperta. Giustamente. È Carrie Lam, dunque, che ci introduce nella prima sezione in cui le opere sono accomunate dal carattere personale e privato. In un ambiente oscuro dominato da un tono rosso cupo, sono visibili, tra le altre, le maschere che hanno celato per anni l’identità dell’artista in pubblico; un letto composto da matite (l’artista è un disegnatore e vignettista) e un ritratto di Ai Weiwei, il più celebre artista dissidente cinese contesissimo in occidente, che Badiucao considera un maestro.

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