L’immagine forte della mostra, quella che appare sui poster e che pubblicizza La Cina non è vicina. Badiucao – opere di un artista dissidente, è, in questo caso, anche la metaforica porta d’ingresso all’esposizione, effonde il suo senso su tutte le opere esposte e Carrie Lam, questo è il suo titolo, è un dissacrante ritratto del presidente cinese Xi Jinping presentato in abiti da rispettabile e attempata signora con girocollo di perle e vistosi orecchini. Badiucao (Shanghai, 1986; vive in Australia) ha espressamente scelto quest’opera per legare la mostra bresciana (Museo di Santa Giulia fino al 13 febbraio) a Gongle, la sua mostra del 2018 ad Hong Kong cancellata per le pressioni del governo cinese. Anche nel caso bresciano l’ambasciata cinese aveva espresso all’Amministrazione comunale il rammarico della Repubblica Popolare per un’esposizione in cui si diffondono – sosteneva – bugie anti-cinesi e false informazioni. La mostra si è comunque aperta. Giustamente. È Carrie Lam, dunque, che ci introduce nella prima sezione in cui le opere sono accomunate dal carattere personale e privato. In un ambiente oscuro dominato da un tono rosso cupo, sono visibili, tra le altre, le maschere che hanno celato per anni l’identità dell’artista in pubblico; un letto composto da matite (l’artista è un disegnatore e vignettista) e un ritratto di Ai Weiwei, il più celebre artista dissidente cinese contesissimo in occidente, che Badiucao considera un maestro.

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