Quel ciuffo che spicca dentro il villaggio globale
Sarà il ciuffo, oppure quel modo simpatico e divertente di porsi davanti ai suoi allievi o ai più qualificati uditori, sarà la sua intelligenza creativa o i toni anticonformisti: fatto sta che Vincenzo Schettini sta avendo un successo che lui stesso non si sarebbe mai immaginato. Ma una spiegazione c’è per quei suoi due milioni di followers e per i suoi sold out dovunque si presenti a raccontare a suo modo la fisica. Il motivo di tutto questo seguito è da ricondurre ai social, a quel gigantesco mondo che ci circonda e del quale nemmeno ci rendiamo conto. Marshall McLuhan parlava, già negli anni Settanta, di villaggio globale. Ora siamo andati a finire molto più avanti. Ci troviamo immersi in un universo di stimoli che ci colpiscono e ci attraggono. Applausi al prof, allora, perché è riuscito a riempire di contenuti seri e interessanti quelli che di solito sono contenitori vuoti, buoni solo da scrollare per passare il tempo.
Doppio è il vantaggio dell’operazione Schettini. Da una parte premia colui che ormai è richiesto come il prezzemolo per interviste e convegni, dall’altro va ad arricchire il bagaglio di conoscenze di chi ha desiderio di crescere e di capire. E vi pare poco? Dunque ascoltiamo il prof di fisica perché può condurci per mano dentro un mondo di solito vacuo, che lui riesce a colmare con i contenuti.
Da qui nasce un’altra domanda fondamentale rispetto a quello che sta facendo. Ma come è possibile che riesca a stare dietro a tutto, a produrre contenuti sui social, a insegnare e a svolgere tutte le altre attività di conferenziere e di divulgatore che ormai caratterizzano le sue giornate?
Ci mette tanta passione, è vero. Ma ciò non sarebbe sufficiente se dietro a quello che sta facendo non ci fosse un progetto. È partito quasi per caso ma ora è un solido e radicato modo per portare la cultura anche a chi di solito si mostra refrattario e resistente. Questa è la vera rivoluzione: utilizzare il ciuffo per attirare persone interessate a capire e comprendere il mondo circostante, fare buon uso di un linguaggio a portata di mano per entrare nel cuore e nella testa delle persone.
Ormai viviamo in un mondo in cui il livello mediatico e della comunicazione è tutto. Spiace dover scomodare ancora il semiologo canadese McLuhan per ripetere la sua lezione: il medium è il messaggio. Parafrasandolo si potrebbe dire che Schettini è il miglior interprete di ciò che vuole insegnare e, proprio per questo, va a segno. La dimostrazione che, in un mondo disomogeneo e frastagliato, c’è spazio per chi dice bene le cose chiare. Non è poco. È tutto.