Nel fantastico mondo della pastina e del formaggino

Siamo degli eterni bambini. Lo dobbiamo ammettere una buona volta e siamo pronti a confermarlo davanti a un piatto di pastina fumante, di quella che ti fa venire in mente i mesi invernali con la febbre, con la mamma che ti cura, con la scuola che si può saltare e con quel teporino sotto le coperte che mai avresti voluto abbandonare. Invece no. Hai dovuto uscire da quel letto morbido e accogliente e buttarti dentro la vita. Altro che pastina, ti è toccato assaggiare il sapore duro della battaglia quotidiana, del lavoro che non va, della moglie che ti stressa, dei figli che vogliono essere accontentati, per non parlare delle bollette, del conto in banca sempre al limite, degli impegni con i parenti, del dentista e chi più ne ha, più ne metta.
Come era bello quel mondo ovattato a base di pastina e di formaggino Mio che la mamma ti schiacciava dentro il brodo perché a te non piaceva il formaggio e, in qualche modo, te lo doveva far mangiare, altrimenti saresti stato carente di calcio con tutti i guai del caso di fronte a uno sviluppo osseo precoce.

A quell’epoca dentro le confezioni del formaggino Mio regalavano anche delle figurine spugnose che attaccavi in cucina. Allora il sacrificio di quel piatto non proprio graditissimo diventava superabile. Così come quando ti prendeva quel mal di gola insistente, da 39 di febbre minimo. Poi ti hanno tolto le tonsille (e le adenoidi), perché era un must negli anni Settanta e Ottanta, e ti è passato tutto. Ma finché hai avuto quel ricettacolo di batteri dentro la gola eri malato una settimana sì e l’altra pure. Per cena, dunque, la mamma ti preparava la pastina glutinata. Che non hai mai capito con precisione cosa fosse, ma ti piaceva molto di più di quella normale, forse perché la febbre gli dava un sapore speciale o forse perché – con la scusa di non stare bene – veniva accolta la tua richiesta di non metterci quel gommoso formaggino Mio.

Ma la storia della pastina non si è esaurita nei tuoi giorni dell’infanzia. Anche quando sei cresciuto l’hai mangiata volentieri. Quelle domeniche sera nebbiose, mentre in televisione trasmettevano il secondo tempo di una partita di calcio del campionato di serie A (i tempi di Sky e Dazn erano lontani anni luce), era meglio starsene a casa con una bella pastina in cui, magari, inzuppare un po’ di pane del giorno prima (i supermercati erano chiusi – per fortuna – la domenica) e godersi la tranquillità di quei ritmi lenti che ci facevano e ci fanno così bene. Altro che uscire con gli amici. Al diavolo la pizza. La regina era sempre lei: la pastina della mamma, rigorosamente con brodo di dado (solo qualche volta di carne).
Ma, occhio, che la moda sta tornando. Alzi la mano chi non vuole tornare bambino.

 

Didascalia: Le fantastiche figurine spugnose in regalo con il formaggino Mio si possono comprare su ebay a prezzi tutt’altro che bassi