La forza dell’immagine supera quella della realtà. Ce ne siamo resi tutti conto in quest’epoca digitale, in cui passiamo le giornate a scorrere Instagram o a guardare sui social come una volta si spiava dal buco della serratura. Ma sbaglia chi pensa che questa sia una moda del momento. In verità c’è sempre stato il desiderio di rappresentare ciò che ci sta intorno creando delle immagini che fossero il più possibile aderenti alla realtà, oppure confacenti con quanto noi avevamo in mente e volevamo mostrare agli altri.

Pensate alle incisioni rupestri, alle illustrazioni pittoriche o alle fotografie della prima epoca che comportavano un notevole dispendio tecnico ed economico ma erano molto richieste da chi se le poteva permettere. Ora, con il telefonino, è tutto risolto. Viviamo con l’assillo di far vedere ciò che vediamo. Si chiama condivisione, in verità questo fenomeno dovrebbe essere semplicemente descritto come ansia da protagonismo, anzi bisogno spasmodico di affetto e di attenzione. Ma sulla creazione di questo mondo finto non vogliamo addentrarci ora. Piuttosto ci interessa soffermarci sul valore e sull’importanza dell’immagine che, se non viene drogata da quella che poco sopra abbiamo descritto come bulimia di apparire, ha un forza evocativa tremenda perché rimanda al senso ultimo delle cose e al loro significato.

Questo e altro ancora si può trovare nella prima edizione della Festa della Fotografia che si tiene a Milano. Un Big Event – così viene descritto – rivolto a coloro che amano questo settore, vogliono cimentarsi con i più rinomati brand e confrontarsi con chi ne capisce più di loro.
Spesso un’immagine dice più di tante parole e ha un valore comunicativo superiore a qualsiasi discorso perché ormai c’è poca pazienza nell’ascoltare e poco tempo nell’analizzare ciò che viene argomentato. Si preferiscono la frase breve, lo slogan, la dichiarazione ad effetto. Ecco perché una fotografia può riassumere un concetto più di tanti discorsi e riesce a raggiungere con più facilità l’interlocutore. Non sempre, però, nonostante strumenti tecnici sempre più sofisticati, riusciamo a riassumere in uno scatto ciò che vorremo dire. In questo si percepisce la distanza tra semplici scattatori e professionisti. I primi ci provano ma non ci riescono (e sono la larghissima maggioranza), gli altri centrano l’obiettivo (è proprio il caso di dirlo) perché – per conoscenze ed esperienza – lo sanno fare. La Fiera della Fotografia diventa la loro vetrina. Basta sfogliare il catalogo e poi fare un giro a Milano per rendersene conto. Dove c’è qualità l’immagine si trasforma in presenza. Vera, reale, autentica.