«Il sonno della ragione genera mostri». Quante volte abbiamo sentito questa frase, magari non sapendo nemmeno a chi attribuirla? Ma l’affermazione – che è il titolo di un’opera del pittore Francisco Goya – ci incute timore e spesso è stata usata quasi come uno scudo di fronte al decadere dei tempi moderni. Non è corretto, però, dare di questo sintetico monito una connotazione solo negativa. In verità i mostri – se concepiti in senso artistico – potrebbero anche essere degli spunti per migliorare la realtà in cui viviamo. Basta non averne paura. Affrontarli per superare la loro carica terrificante e farli diventare opportunità di crescita.
Il discorso calza a pennello rispetto alle abitudini del sonno che cambiano e delle quali dobbiamo prima o poi prendere coscienza. I mostri, allora, sono i nostri sogni. Che non devono essere per forza degli incubi, ma spesso diventano delle occasioni per ottenere quel benessere psico-fisico che la vita frenetica non riesce più a regalarci. Svestita la componente filosofica, dunque, il sonno si afferma come ristoro in cui il nostro cervello smette i suoi meccanismi logici e lascia lo spazio a quell’inconscio di cui Sigmund Freud ha scritto a profusione ma il cui concetto originario forse è già superato. Più semplicemente il sonno ci permette di essere liberi, di riposare o di vagare nel mondo della fantasia che, da quando siamo piccoli, ormai abbiamo abbandonato.
Ben vengano, allora, tutti i rimedi per renderlo più confortevole possibile come la coperta ponderale o il letto comodo, l’alimentazione corretta prima di andare a nanna così come il pigiama che non crei sfregamenti. Sono delle cose in più, però, rispetto al sentirsi bene dentro, premessa indispensabile per dormire bene. Parlando di sonno, infatti, non si può tacere chi soffre di disturbi nell’addormentarsi o si sveglia durante la notte. Anche in questo caso non bisogna far sì che i mostri del giorno vengano a prenderci quando siamo a letto. Rovinerebbero il nostro riposo. Ma il nostro cervello non è un meccanismo on/off. Ragiona come vuole lui.
L’unico rimedio rispetto all’insonnia, allora, è di ritrovare quel senso di libertà di quando eravamo piccoli. Provate a pensarci. Fatti salvi per i racconti di paura prima di andare a letto che rischiano di costringere alla veglia anche i bambini più coraggiosi, quando siamo entrati in quell’età dorata che corrisponde all’incirca con la nostra frequenza all’asilo o alla scuola elementare, abbiamo potuto gustare il sonno più bello e ristoratore del mondo perché abbiamo lasciato libero il cervello di imboccare le strade della fantasia e non delle preoccupazioni. Un ritorno a quell’epoca ci farebbe bene. Anche perché ormai dovremmo aver ucciso tutti i mostri che ci facevano paura allora. Ma non ce ne rendiamo conto e continuiamo a farci inghiottire dalle cose che non servono. Svegliandoci.